Sarò brutalmente onesta (come dicono gli anglosassoni): la vergogna è un sentimento normale, ma è anche una delle emozioni più dolorose che possiamo provare come esseri umani. Fa proprio male, e brucia. Brucia le guance, a volte brucia la speranza. Quando la sperimentiamo, probabilmente stiamo guardando noi stessi con le lenti deformi del disonore e del disamore. Avete presente l’espressione e la postura di Adamo, appena cacciato insieme ad Eva dal Paradiso Terrestre, nel dipinto del Masaccio? Sembrano piuttosto eloquenti.

Una marea di giudizi negativi ci inonda di terribili sensazioni

I pensieri che alimentano la vergogna tendono ad essere basati sulla convinzione che ci sia qualcosa che non vada in noi. Creano un tale vortice nella nostra testa che alla fine ci sembra di non pensare proprio nulla. Nel momento della vergogna siamo come storditi, ci sentiamo miseri, inferiori, impotenti o vulnerabili. Ci sentiamo anche stupidi, per la verità.

Le sensazioni del corpo che accompagnano la vergogna sono tipicamente molto dolorose, quasi intollerabili. Un colpo sferrato al petto, un crampo alle spalle o uno schiaffo  in pieno viso. Forse lo stomaco sottosopra, forse la nausea…il disgusto…l’amaro in bocca…

Quando ci vergogniamo vorremmo solo correre via, trovare un rifugio segreto, ritirarci o sparire dalla vista di chi crediamo ci stia giudicando male.

E non esiste solo la vergogna, esiste anche il ricordo pungente della vergogna. Le ricerche hanno evidenziato che il ricordo della vergogna a volte può presentarsi come un flashback – facendoci sentire sconvolti, come inondati ancora ed ancora, mille volte al giorno, da questo sentimento.

Ma che senso ha tutto questo?

A prima vista, questa può sembrare una strana domanda. Come può qualcosa di così angoscioso e distruttivo avere un senso? Anche se la vergogna è un’esperienza emotiva profondamente dolorosa, gli studi dimostrano che a volte può servire a migliorarci la vita.

La vergogna può essere la leva che ci spinge a conformare le nostre azioni a ciò che consideriamo socialmente accettabile. Anche se questo non è sempre auspicabile, può certamente meritare un approfondimento. In particolare, la vergogna può impedirci di comportarci in modi che possano allontanare le persone che veramente contano per noi. Può avvisarci  (in tempo!) quando stiamo per fare qualcosa che non è in linea con i nostri valori.

D’altra parte, a volte la vergogna non ha alcuno scopo utile ed è semplicemente il  risultato di una lenta sedimentazione, un cumulo di esperienze passate in cui ci siamo sentiti svalutati, umiliati o abusati, rimaste lì, nel profondo della nostra anima. Questo è particolarmente vero quando la vergogna è un’emozione che sentiamo di aver provato per gran parte della nostra vita.

Allora cosa possiamo fare?

Ci siamo mai chiesti come mai ci vergogniamo così spesso?

Forse siamo ipercritici nei confronti di noi stessi?

Forse sentiamo il bisogno di essere sempre perfetti, impeccabili?

Forse temiamo che un nostro errore possa indurre gli altri a disprezzarci?

Stiamo facendo qualcosa che consideriamo disdicevole?

Oppure siamo rimasti incastrati in un rimuginio infinito che ci sfinisce anche dopo giorni, mesi?

Forse la società è troppo violenta e giudicante?

Piuttosto che prendercela con la nostra vergogna, possiamo allora cercare una strada che ci disponga ad una  maggiore compassione, espressione  e accettazione di noi stessi.

Se decidiamo di essere curiosi, di esplorare un po’ le ragioni della nostra vergogna la prossima volta che si presenterà, potremmo anche pensare di lasciare andare la lotta contro questo sentimento e decidere di rispondere più efficacemente.