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La psicoterapeuta spiega perché uomini e donne gestiscono in modo diverso emozioni e sentimenti.

Autore: Dott.ssa Michela Rosati* – Tutti i diritti riservati

 

Vi siete mai chiesti perché gli uomini amano l’indipendenza ed il controllo, mentre le donne aspirano a legami passionali ed esclusivi?

E perché nella coppia (secondo gli uomini) le donne parlano sempre troppo e (secondo le donne) gli uomini parlano sempre troppo poco?

Tra uomo e donna esistono delle differenze nel gestire le emozioni, le cui radici possono essere rintracciate nell’infanzia, differenze che, se sottovalutate, sono in grado di compromettere irrimediabilmente il rapporto di coppia.

La barriera che separa i bambini dalle bambine non ha solo a che fare con i diversi tipi di giochi preferiti dai due sessi, ma anche con gli insegnamenti che ricevono su come “maneggiare” le emozioni.

In genere, i genitori parlano di emozioni e sentimenti più con le bambine che con i maschi, gettando le basi per una duratura e pervasiva diversità, che avrà i suoi riflessi nella vita adulta dei figli.

Un’ipotesi accreditata fa supporre che l’enfasi posta dai genitori sulla verbalizzazione degli affetti e lo sviluppo più precoce del linguaggio portino le bambine ad essere più esperte dei maschi nel comprendere i propri sentimenti.

Se osserviamo delle bambine giocare insieme, ci accorgeremo che lo fanno in piccoli gruppi, dove si cerca di ridurre l’ostilità e di consolidare la cooperazione, mentre i maschi creano gruppi più numerosi e competitivi. Quando qualcuno si fa male, nel gruppo dei maschi ci si aspetta che l’infortunato esca di scena affinché il gioco possa proseguire, mentre le bambine fermano tutto e si raccolgono intorno all’amica che piange, per consolarla.

I maschi, fin da piccoli, vanno orgogliosi della propria indipendenza ed autonomia, mentre le femmine si considerano parte di una rete di connessioni. La minaccia, dunque, per i bambini consiste in ciò che può mettere in discussione la propria indipendenza, mentre le femmine sono spaventate dalla rottura delle loro relazioni interpersonali.

Per evitare che le loro paure si tramutino in realtà, le bambine diventano esperte nel leggere le emozioni, tramite il riconoscimento di segnali verbali e non verbali, e nel comunicare i propri sentimenti, mentre i maschi imparano a non prestare attenzione ad emozioni spiacevoli, che hanno a che fare con il senso di colpa, la paura o la fragilità.

Quindi, crescendo, le donne arrivano al rapporto di coppia preparate a riconoscere e a gestire le emozioni, mentre gli uomini sono molto meno coscienti dell’importanza che riveste questo compito nella vita di coppia.

I modi di dire e i proverbi di molti paesi indicano che per gli uomini legarsi ad una donna è come “cadere nella rete”, “farsi accalappiare”, quindi regredire ad una condizione di subordinazione, come quando, da piccolissimi e ancora incapaci di muoversi, dipendevano totalmente dalla madre, che aveva il potere di rimproverarli e di umiliarli.

Le donne, invece, vivono l’innamoramento con meno ansia, perché abituate ad una certa inter-dipendenza, che invece di spaventare viene considerata necessaria alla sopravvivenza del legame.

Questa differente prospettiva, porta gli uomini e le donne a dividersi anche rispetto al concetto di “buona comunicazione”, che, come alcuni studi dimostrano, è da considerarsi uno degli elementi fondamentali perché una relazione sia giudicata soddisfacente.

Per la donna, che in genere non teme la dipendenza e l’esplorazione delle proprie emozioni, l’intimità si costruisce con il dialogo: ama infatti parlare di sé, dell’altro e della storia che i due stanno vivendo. L’uomo invece, preferisce condividere delle attività o delle occupazioni con la propria compagna.

All’inizio, durante la fase del corteggiamento, gli uomini si mostrano più disposti a passare il tempo parlando, ma, una volta stabilizzata la relazione, non sentono più l’esigenza di affrontare continuamente discorsi o discussioni, ritenendosi sufficientemente appagati anche senza tante parole.

Questo silenzio crescente fra i due amanti, viene diversamente interpretato: per l’uomo, che a volte pecca di un ingenuo ottimismo, è il sintomo di una raggiunta armonia e stabilità. Come abbiamo visto, infatti, fin da bambino, viene “meno” educato al confronto emozionale, perciò tende, con piacere, ad evitarlo.

La donna, dal canto suo, si lamenta moltissimo dell’atteggiamento del compagno, che vuole evitare la discussione sugli aspetti problematici della relazione, percependo questo comportamento come una mancanza di attenzione e di amore nei suoi confronti.

E’ chiaro, a questo punto, che l’abissale diversità nel vivere le emozioni che esiste tra i partners può portare a sperimentare rabbia e delusione. Quello che davvero rinsalda o spezza una relazione di coppia duratura non è l’esistenza di problemi specifici (soldi, sesso, educazione dei figli), che non potranno mai essere eliminati del tutto, ma il modo in cui la coppia affronta questi problemi.

Raggiungere un’intesa sul “come non essere d’accordo”, sul come affrontare litigi e discussioni è di fondamentale importanza: uomini e donne dovrebbero essere capaci di superare le differenze di genere, quando si trovano in situazioni emotive complesse. Diventare competenti, “intelligenti”, da un punto di vista emotivo, rappresenta la chiave per il benessere della coppia.

 

Autore: Dott. Michela Rosati

Psicologa psicoterapeuta

www.michelarosati.it

 

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