Pubblicato sul quotidiano “L’Opinione di Viterbo e Lazio Nord” del 24/10/2010

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Autore: Michela Rosati, Psicologa e Psicoterapeuta*

“Per 10 anni non sono andato a teatro, non ho partecipato a incontri politici e a nessun tipo di raduno sociale, tranne alcune volte in cui riuscivo a sedermi vicino all’uscita in modo da fuggirne con facilità, se ne avessi avuto bisogno. (…) Più di una volta mi sono trovato a scendere da un treno affollato, a metà strada rispetto alla stazione verso cui ero diretto, a causa della mia difficoltà a stare in piedi in mezzo alla gente e alla confusione. Molte volte mi è capitato di andare al ristorante o nei bar, di ordinare qualcosa e poi di non riuscire a mangiare, spinto dal desiderio di fuggire. Molte volte ho comprato biglietti per il teatro, concerti, fiere, ecc., per poi venderli o regalarli quando arrivava il momento di andarci. (…) Sono sempre alla ricerca di quelle situazioni che mi permettono di avere a portata di mano qualcosa che, nel caso in cui non mi sentissi bene, mi consenta di ritrovare il mio equilibrio. (…) Questa malattia ha soffocato la mia ambizione, ha ucciso tutto il mio orgoglio personale e ha rovinato ogni mio piacere…”.

Nel brano, tratto da Fears and Phobias di I.M.Marks, sono descritte le sensazioni di un professore universitario, affetto da Disturbo di Panico con Agorafobia, che non si rivolse mai ad uno specialista per affrontare le sue paure, nascondendo a tutti il proprio disagio. Pubblicò la sua autobiografia 48 anni dopo l’esordio del problema, ma nel frattempo la sua vita era andata in pezzi per sempre.

Vi suona familiare?

Se avete sperimentato, almeno una volta, un attacco di panico saprete certamente ricordare ora, giorno, mese e anno di quella terribile esperienza. Molto probabilmente vi sarete sentiti in balia di allarmanti sintomi fisici che non siete riusciti a controllare: il cuore batteva all’impazzata, respiravate a fatica, tremavate come foglie, tutto il vostro corpo era sudato e teso, la testa girava. Quasi sicuramente, in quei momenti senza fine, avrete pensato di essere sul punto di morire d’infarto o di svenire o d’impazzire.

Forse, quella prima volta, non vi trovavate in una situazione particolarmente stressante, forse stavate semplicemente passeggiando per strada, guidando verso l’ufficio, seduti in un cinema o facendo acquisti al supermercato. Oppure può esservi capitato in condizioni drammatiche, come incidenti o morti improvvise di persone care o, ancora, in concomitanza con l’assunzione di alcune sostanze (marijuana, cocaina, anfetamine, ecc.).

Qualunque sia stata la situazione in cui il primo attacco di panico si è manifestato, certamente la cosa non vi ha lasciato indifferenti, anche se, in molti casi, un unico attacco non produce conseguenze clinicamente rilevanti.

A volte, invece, gli attacchi si ripetono. Se così è capitato anche a voi, avrete chiesto l’intervento del medico o sarete andati al Pronto Soccorso, probabilmente preoccupati di avere una grave malattia. Dopo l’esito negativo di ripetute visite ed analisi, prescritte da cardiologi, gastroenterologi ed otorinolaringoiatri, vi sarete sentiti ancora più confusi e scoraggiati. Forse sarebbe stato più semplice se tutto fosse dipeso dal soffio al cuore che sapevate di avere.

E adesso? Come fare per essere sicuri di non provare ancora quelle angoscianti sensazioni?

Vi sarete detti: “Meglio evitare tutti quei posti e quelle situazioni associate al primo attacco. Meglio non restare soli, non allontanarsi da casa, non andare dove c’è troppa gente, meglio starsene al sicuro per un po’.”

Ma ad un certo punto, tutto comincia a fare paura: piazze, ponti, gallerie, ascensori, autostrade, treni, autobus e molte altre situazioni nelle quali può risultare difficile fuggire o ricevere aiuto nel caso di un attacco improvviso. Non si può più uscire da soli, senza avere vicino una persona di fiducia. Questo provoca notevoli limitazioni, fa sentire stupidi, insicuri, non più autonomi, “in gabbia”, poiché liberarsene sembra impossibile. E la vita può andare avanti così anche per anni.

Dal canto loro, i familiari inizialmente cercano di comprendere questo stato di sofferenza. Poi, con il passare del tempo, quando si accorgono che ogni nuovo esame al quale ci si sottopone è inutile ai fini della soluzione del problema, cominciano a provare sconforto, sfiducia e, talvolta, rabbia. Potrebbero anche aver pensato, più o meno coscientemente, che se il problema non si risolve è sostanzialmente per colpa vostra. Ma voi non potete farci niente. Inoltre, senza il sostegno e la presenza fisica del partner, di un genitore o di un fratello affrontare la giornata sembra impossibile: sono loro gli unici depositari di questo segreto che sconvolge la vita.

Raramente tale problema si confessa ad amici, a compagni di università o a colleghi di lavoro. “C’è il rischio di passare per matti!”

Insomma, potrebbe succedere che, dopo qualche tempo, le catene del panico e dei disturbi ad esso associati avviluppino tutta la vostra esistenza, rendendola a volte insostenibile, a causa di pregiudizi e disinformazione.

In realtà, il Disturbo di Panico, che viene attualmente classificato come Disturbo d’Ansia, non ha niente a che vedere con la “pazzia”, ma è una condizione clinica ben nota e molto diffusa, per la quale esistono terapie davvero efficaci. Gli specialisti di riferimento sono lo psichiatra e lo psicoterapeuta.

E’ importante che la persona possa ricevere sia la diagnosi, sia le informazioni corrette che riguardano la natura del disturbo, il suo decorso ed i trattamenti elettivi.

Quasi sempre le origini del disturbo vanno ricercate in uno stato di malessere psicologico, di cui il soggetto non è completamente consapevole, che si esprime attraverso dei sintomi.

Secondo l’American Psychological Association, in molti casi, i Disturbi d’Ansia possono essere efficacemente trattati con la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, in combinazione o meno con la terapia farmacologia. Le terapie sono, in linea di massima, brevi e con un’alta percentuale di successo.

Dott.ssa Michela Rosati
Psicologa, Psicoterapeuta
www.michelarosati.it

 

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